CARIA 

Carìa è una frazione del comune di Drapia, in provincia di Vibo Valentia di 651 abitanti. Caratteristico borgo che sorge a un'altitudine di circa 442 m s.l.m. immerso in piena macchia mediterranea

 

Sorge su una delle colline che da Monteporo (700 m) si protendono e si affacciano sul Mar Tirreno. Carìa è attraversata dalla strada Provinciale 17 che collega la città di Vibo Valentia con Tropea, che dista da Carìa 6 km.

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Origini del nome

 

L'origine del nome è dubbia e gli studiosi ne danno interpretazione varia. Per alcuni deriverebbe dalla valle vicina, Caria a valle dicta. Per altri deriverebbe dal greco charieis, "grazioso", quindi "paese grazioso". Per altri ancora, dal greco Karyà, "noce" quindi "paese delle noci". In molti sostengono che il nome sia stato dato al paese da alcuni coloni greci che stabilitisi in località Torre Galli, abbiano voluto dare alla contrada il nome Carìa in ricordo della terra natia, infatti in Asia Minore esiste una regione storica chiamata Caria.

 

Storia

Carìa è legata alla storia della città di Tropea nella cui "massa" ricadeva e della quale era uno dei 24 casali. Il sito di ubicazione attuale è differente rispetto al passato: un lento e incessante smottamento, ancora in atto e visibile nel maestoso burrone detto "a timpa" che guarda verso Spilinga, intorno alla prima metà del Seicento la inghiottì completamente, cancellando le tracce della chiesa, di molti palazzi e della torre della famiglia Galluppi. Quest'ultima torre con ogni probabilità serviva per stabilire un contatto visivo con la Torre Marrana, collocata più verso il mare, in comune di Ricadi e parte del sistema difensivo e di avvistamento dalle incursioni saracene.

Fino alla venuta dei francesi di Napoleone Bonaparte fu uno dei 24 casali di Tropea, nel 1811 durante la dominazione francese, con l'istituzione dei Comuni diventò parte del Comune di Drapia, comune di nuova istituzione, col ritorno dei Borbone l'assetto dato dai francesi venne mantenuto.

 

Territorio

Il territorio di Carìa ha la fortuna di essere circondato quasi completamente da una vastissima distesa di boschi con una variegata tipologia di alberi che vanno dal castagno, alla quercia, al leccio, al pino ed all'acacia, si presta di conseguenza alla possibilità di escursioni.

 

Edifici e monumenti

La Chiesa Parrocchiale della Trasfigurazione, sorta nel 1660, modificata e ampliata più volte, oltre al quadro della Trasfigurazione custodisce un tabernacolo in marmo intarsiato di notevole bellezza proveniente, secondo a tradizione locale, dal distrutto monastero di San Sergio e Bacco di Drapia.

La Chiesa della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo consacrata il 16 luglio 1906 per la popolazione cariese costituisce un vero e proprio santuario. Al suo interno è custodita sull'altare maggiore la veneratissima effigie della Madonna del Carmelo, patrona del paese, verso la quale i cariesi nutrono una profonda devozione.

Il Castello Galluppi-Toraldo è un'interessante struttura in serio pericolo di sopravvivenza e acquisita al patrimonio comunale in data 20 luglio 2009, appartenuta alla famiglia Galluppi e residenza estiva di Pasquale Galluppi, filosofo tropeano che amava passare a Carìa le sue estati. Ora diventato un suggestivo Complesso Monumentale e sede della biblioteca comunale, del Museo e con annesso Centro Congressi. È in fase di recupero e restauro l'imponente giardino storico. Suggestiva è pure la vasca deposito con annesso fontanile, adiacente alla chiesa della Madonna di Monte Carmelo, risalente agli anni trenta del secolo scorso, ritenuta, qualificata e vincolata dalla Soprintendenza come manufatto "tipico" dello stile architettonico del periodo di costruzione, rappresenta una documentazione viva di una svolta epocale, poiché fu il primo manufatto che addusse l'acqua potabile alla comunità locale, la quale da secoli era costretta ad approvvigionarsi di acqua a dorso d'asino dalla non vicina fonte di Sant'Agasi.

Scendendo verso Tropea lungo la suggestiva e panoramica S.P. 17 si incontra, in uno slargo sulla destra, la fontana di "Sant'Agata" volgarmente detta Sant' Agasi, di questa sorgente che riforniva la vicina Tropea si hanno notizie fino dal 1400 in quanto era parte del sistema idrico della Città di Tropea.

Nella pittoresca vallata tra Carìa e Spilinga si trova la grotta di San Leo (detta volgarmente Santu Liu), una delle poche grotte eremitiche basiliane affrescate rimaste in Calabria.

Ampie necropoli tardo romane, prevalentemente scavate nella roccia, si trovano in località Cardillo, Saracinò, Massarìa, Cozzupòdi. Salendo verso Vibo Valentia lungo la S.P. 17 sulla sinistra si erge Torre Galli, residenza di campagna della famiglia Galli di Tropea, poco più avanti nella vasta distesa del Poro a destra e sinistra del tratto rettilineo della S.P. 17, nel 1923 il grande archeologo Paolo Orsi ritrovò una necropoli dell'età del ferro la più importante di tutto il Mediterraneo. Molti dei reperti rinvenuti si possono ammirare oggi nel Museo Nazionale di Reggio Calabria.

 

Prodotto tipico

Il prodotto tipico di Carìa è la sujaca (detta anche suriaca), ovvero i fagioli. Vengono coltivati sulla piana del Poro, e sono unici nel loro genere.

 

Si svolge da oltre 40 anni a Carìa di Drapia

a pochi Km da Tropea, nella serata del 6 agosto.

Stand gastronomici – Spettacoli di musicali etnica popolare-
Giochi pirotecnici – I Giganti Mata e Grifone e tanto altro…
Un successo lungo quarant’anni tra Gastronomia, Tradizione e Folklore

La Sagra da Sujaca (detta anche suriaca, fagioli in italiano) di Carìa è una delle sagre più longeve della Calabria, e tra le sagre più conosciute e frequentate dai turisti. Un appuntamento imperdibile per chi ama la gastronomia e il folklore della cultura calabrese.

Quando l’economia locale era prevalentemente contadina esso ha rappresentato il sostentamento quasi quotidiano della comunità sostituendo egregiamente la carente carne.

Nata da un’idea di un gruppo di giovani cariesi nell’estate del 1979, con il tempo, per la sua qualità si è imposta tra le sagre più apprezzate del vibonese, una tra le più amate, conosciute e frequentate, trasformandosi con il passare del tempo in un vero e proprio evento.

Quindi un appuntamento imperdibile per chi ama la gastronomia e il folklore della cultura calabrese, Dedicata al prodotto tipico cariese i fagioli (sujaca) che vengono coltivati da diversi secoli sull’altopiano del Monte Poro e cucinati poi secondo un originale ricetta cariese che rende tale prodotto unico ed inimitabile, quest’anno festeggerà i suoi primi 40 anni.

La sujaca preparata nelle diverse salse e cucinata tradizionalmente per tutto il pomeriggio del 6 di agosto dalle famiglie di Carìa, in recipienti di terracotta – a “pignata” – viene servita durante la sagra con altri prodotti tipici della gastronomia locale.
Gastronomia e folklore si fondono, per dare origine ad una grande manifestazione popolare in cui non possono mancare tradizioni portanti della cultura calabrese: Il Ballo dei giganti e il tradizionale e caratteristico ballu du “camejuzzu i focu”.

Oltre ai fagioli cucinati tradizionalmente nella pignata, vengono distribuiti altri prodotti tipici locali cipolla rossa, nduja di Spilinga e pane casareccio.

 

 

 

 

 

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Giuseppe Santi

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